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dell'impero romano cap. lii. |
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della loro oscurità trionfarono nelle controversie delle Sette orientali, e lungo tempo dopo fu dai Musulmani di Spagna renduto alle scuole latine il loro fondatore1. In fisica, i progressi delle vere cognizioni erano stati inceppati dagli insegnamenti dell’accademia e del liceo, che invece dell’osservazione avean messo in questa scienza il raziocinio. La superstizione ha fatto troppo uso della metafisica dello spirito infinito, e dello spirito finito: ma dalla teorica e dalla pratica della dialettica sono fortificate le nostre facoltà intellettuali; le dieci categorie di Aristotile generalizzano e mettono in ordine le nostre idee2, e il suo sillogismo è l’arma più tagliente della disputa. Era questa abilmente impiegata nelle scuole dei Saraceni; ma siccome giova più per discoprire l’errore che la verità, non è maraviglia se si veggono nella succession dei tempi girare continuamente e maestri e discepoli nello stesso circolo d’argomenti. Le matematiche hanno un vantaggio particolare, quello cioè, di poter sempre, nel corso dei secoli, progredire più innanzi senza retrogradare giammai; ma gli Italiani, se mal non m’appongo, nel decimoquinto secolo presero la geometria quale si trovava presso gli antichi; e qualunque siasi l’etimologia della parola Algebra, gli stessi Arabi attribuiscono modestamente quella scienza a Diofanto un de’ Geo-
- ↑ V. Il Moshemio, Instit. Hist. eccles., p. 181, 214, 236, 257, 315, 338, 396, 438 ec.
- ↑ Il Commentario più elegante su le categorie o su i predicamenti d’Aristotile è quello che si trova nei Philosophical arrangements del signor Giacomo Harris (Londra 1775 in 8), il quale si ingegna di ravvivare lo studio delle lettere e della filosofia dei Greci.