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storia della decadenza |
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e gli Ommiadi di Spagna, comandanti anch’essi dei fedeli, furon pure i protettori delle scienze. Nelle province solevano gli Emiri indipendenti concedere al sapere quella protezione che da loro si considerava come uno dei doveri di chi regna, e la loro emulazione diffuse, da Samarcanda e da Boccara sino a Fez e a Cordova, il gusto delle scienze, e i guiderdoni da quelle meritati. Il visir d’uno di que’ Soldani donò dugentomila pezze d’oro per erigere a Bagdad un collegio, e lo dotò d’una rendita di quindicimila danari. Ne uscirono per avventura in vari tempi seimila scolari di tutte le classi, cominciando dal figlio del nobile sino a quello dell’artigiano. Gli alunni poveri ricevano una somma sufficiente ai lor bisogni, e i professori aveano stipendi proporzionati al merito od al talento loro. In tutte le città, il genio curioso dei dilettanti, e la vanità dei ricchi venivano moltiplicando gli esemplari delle opere della letteratura araba. Un semplice dottore rifiutò gli inviti del soldano di Boccara, perchè a trasportare i suoi libri sarebbe stato uopo di quattrocento cammelli. La biblioteca dei Fatimiti conteneva centomila manoscritti, vergati in bellissimo carattere e legati magnificamente, i quali senza timore e senza difficoltà erano prestati agli studenti del Cairo. Nondimeno questo numero sembrerà ancora assai moderato, se si voglia credere che gli Ommiadi di Spagna aveano formata una biblioteca di seicentomila volumi, fra i quali se ne contavano quarantaquattro pel solo catalogo. Cordova lor capitale, e le città di Malaga, d’Almeria e di Murcia diedero il giorno a più di trecento autori; e per lo meno settanta erano le biblioteche pubbliche nelle città solamente del regno d’Anda-