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dispensò ai cortigiani i capricciosi favori della fortuna. Nel declinar dell’impero, lo splendor della Corte invece di scemare si accrebbe, e un ambasciator Greco ebbe occasione d’ammirare o di guardar con compassione la magnificenza del debole Moctader. „Tutto l’esercito del Califfo, tanto cavalleria che fanteria, era sotto l’armi, dice lo storico d’Abulfeda, e formava un corpo di cento sessantamila uomini: i grandi ufficiali, i suoi schiavi favoriti gli stavano a fianco, vestiti nel modo più luminoso con cinture brillanti di gemme e d’oro. Poi si vedeano settemila eunuchi, quattromila dei quali erano bianchi; vi erano settecento portieri o guardie d’appartamenti. Vogavano sul Tigri scialuppe e gondole riccamente decorate. Non era minore la sontuosità nell’interno del palazzo ornato di trent’ottomila tappezzerie, tra le quali dodicimila e cinquecento eran di seta ricamate in oro: inoltre ventiduemila tappeti da terra. Manteneva il Califfo cento leoni ognuno de’ quali avea un custode1. Fra gli altri raffinamenti d’un lusso mirabile non conviene dimenticare un albero d’oro

    „Ovvero ai luoghi ove il pomposo oriente, colla opulenta sua mano, versa sopra i suoi re l’oro e le perle della Barbarìa„. Mi son valso dell’espression moderna di lotto per tradurre li missilia degli imperadori Romani, i quali davano un premio o un lotto a chi lo coglieva quando era gettato in mezzo alla folla.

  1. Quando Bell d’Antermony (Travels, vol. I; pag. 99) accompagnò l’ambasciador Russo all’udienza dello sventurato Shah Hussein di Persia, furon condotti nella sala dell’assemblea due leoni, per far mostra del potere che aveva il monarca sugli animali più feroci.