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340 | storia della decadenza |
[A. D. 732] Ma il senno e la fortuna d’un sol uomo salvarono la cristianità. Carlo, figlio illegittimo di Pipino-il-Breve, si tenea contento al titolo di Prefetto o di duca dei Franchi: ma egli meritava di divenire il ceppo d’una stirpe di re. Governò per ventiquattro anni il regno, e colle sue vigilanti cure ristaurò e sostenne la maestà del trono: i ribelli della Germania e della Gallia furono successivamente schiacciati dalla attività d’un guerriero, che nella medesima campagna piantava le sue bandiere sull’Elba, sul Rodano e sulle coste dell’oceano. Nel punto del pericolo dalla voce pubblica fu chiamato in soccorso della patria; il suo rivale, il duca d’Aquitania, fu costretto a comparire tra la folla dei fuggiaschi, e dei supplicanti. „Oh Dio! esclamavano i Franchi, che disgrazia! che indegnità! già da gran tempo ci vien parlato del nome e delle conquiste degli Arabi; noi temevamo la loro invasione dalla parte d’oriente; essi han conquistata la Spagna, ed ecco che vengono dall’occidente ad occupare il nostro paese. Eppure per numero sono inferiori a noi, e le loro armi non vaglion le nostre, poichè non portano scudi. — Se baderete al mio consiglio, rispose loro il bravo Prefetto del Palazzo, non penserete ad interrompere la corsa, e non precipiterete i vostri assalti: è quello un torrente che mal si tenterebbe di arre-
lo sono le prediche ultimamente fatte (at Bampton’ s lectures) dal sig. White, professore di lingua araba. Le osservazioni che fa sull’indole e la religion di Maometto sono con bell’arte adattate al suo subbietto, e generalmente fondate sulla verità e sulla ragione. Egli fa la figura d’un avvocato pieno di spirito e d’eloquenza, ed ha talora i pregi d’uno storico e d’un filosofo.