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gelosi di custodire per sè soli questa scoperta. Dalle parole oscure, e forse fallaci che si lasciano sfuggire dalla penna, si potrebbe essere indotti a credere che la nafta1, ossia il bitume liquido, olio leggiero, tenace e infiammabile2 che sgorga dalla terra e che s’infiamma al tocco dell’aria, fosse il primario ingrediente del fuoco greco. La nafta, non so in che modo e in che proporzione, si mescolava col zolfo e colla pece che si cava dai pini3. Da questa mistura, che

  1. Dietro una debole autorità, ma una verosimiglianza fortissima, si suppone che la nafta, l’oleum incendiarium della storia di Gerusalemme (Gest. Dei per francos, pag. 1167), la fonte orientale di Giovanni di Vitry (lib. III c. 84), entrasse nella composizione del fuoco greco. Cinnamo (l. VI, p. 165) chiama il fuoco greco πυρ Μηδικον fuoco Medo; e si sa esservi gran quantità di nafta tra il Tigri e il mar Caspio. Plinio (Hist. nat., II, 109) dice che la nafta servì alla vendetta di Medea, e secondo l’una o l’altra etimologia Ελαιον Μηδιας o Μηδειας olio di Media o di Medea (Procopio De bell. Gothic., l. IV, c. II) può significare questo bitume liquido.
  2. V. sulle varie specie d’olio e di bitumi i Saggi chimici (v. V, saggio I) del dottor Watson (ora vescovo di Landaff). Questo libro classico è di tutti quelli che conosco il più atto a diffondere il gusto e le cognizioni della chimica. Le idee men perfette che ne avevano gli antichi si trovano in Strabone (Geograf. l. XVI, p. 1078), e in Plinio (Hist. nat., II p. 108, 109); huic (Naphtae) magna cognatio est ignium, transiliuntque protinus in eam undecunque visam. Otter (t. I, pag. 153-158), è quello tra i nostri viaggiatori che in questa materia mi soddisfa di più.
  3. Anna Comnena ha squarciato in parte questo velo. Απο της πευκης, και αλλων τινων τοιουτων δενδρων αειθαλων συναγεται δακρυον ακαυστον. Τουτο μετα θειου τριβομενον εμβαλλετα, εις αυλισκους καλαμων και εμφυσαται παρα του παιξοντος λαβρω και συνεχει πνευματι. Dalla pece e da altri consimili alberi,