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dell'impero romano cap. lii. 329


Se Costantinopoli fu salva dei due assedii degli Arabi, conviene soprattutto attribuirne il successo alle devastazioni e al terrore che spandeva il fuoco greco, divenuto ancor più terribile per la novità1. Il gran segreto di questa formidabile composizione, e la maniera di dirigerla, erano stati insegnati da Callinico, oriundo d’Eliopoli in Sorìa, il quale aveva abbandonato il servigio del Califfo per quello dell’imperatore2. Si vide il talento d’un chimico e d’un ingegnere adeguare la forza delle squadre e degli eserciti, e questa scoperta, o questo miglioramento nell’arte della guerra, cadde per ventura nel tempo che i Romani tralignati non poteano lottare contro il fanatismo guerriero, e la gioventù valorosa dei Saracini. Quello Storico che vorrà analizzare sì straordinario composto dee diffidare della propria ignoranza, e di quella degli autori Greci tanto dediti al maraviglioso, tanto negligenti, e in quest’occasione sì

    Cedreno (Compend., p. 449-452), Zonara (t. II. p. 98-102) Elmacin (Hist. Sarac. p. 88), Abulfeda (Ann. moslem, p. 126), e Abulfaragio (Dynast. p. 130), autore arabo che appaga di più i lettori.

  1. Carlo Dufrène Ducange, guida sicura ed istancabile pel medio evo e per la storia di Bisanzio, ha trattato del fuoco greco in molti luoghi de’ suoi scritti, e non rimane speranza di spigolare molti fatti dopo di lui. V. in particolare Glossar. med. et infim. graecitat., page 1275, sub voce τνρ θαλασσιον υγρον fuoco marino liquido. Gloss. med. et infim. latin. ignis graecus; Observations sopra Villehardouin, p. 305, 307; Observations sopra Joinville, p. 71, 72.
  2. Teofane lo chiama αρχιτεχτων architetto (p. 295); Cedreno (p. 437) fa venire quell’artista da Eliopoli (dalle rovine d’Eliopoli) in Egitto; e diffatti la chimica si studiava particolarmente dagli Egiziani.