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dell'impero romano cap. li. 281

fissata nel mese di ramadan del novantunesimo anno dell’Egira, ossia nel mese di luglio, 748, se si conteggia come gli Spagnuoli dall’Era di Cesare1 in poi, o finalmente settecento dieci anni dopo la nascita di Cristo. Partendo da questo primo porto fecero diciotto miglia, sopra un terreno sparso di colline, prima di giugnere al castello e alla città di Giuliano2, a cui l’aspetto verdeggiante d’un promontorio che s’avanza in mare diede il nome di isola Verde, ed è anche conosciuta sotto nome di Algeziras. La grande ospitalità con che furono ac-

    Cesare, condusse il Baronio, il Mariana e la turba degli storici Spagnuoli a porre la prima invasion degli Arabi nell’anno 713, e la battaglia di Cheres nel novembre 714. Questo anacronismo di tre anni fu scoperto dai cronologi moderni, e soprattutto dal Pagi (Critica, t. III, p. 169-171, 174), che hanno indicato la vera data della rivoluzione. Il sig. Cardonne, versato nella letteratura degli Arabi e che per altro ammise l’antico errore, ha palesato in questo proposito una ignoranza o una negligenza inescusabile.

  1. Il primo anno dell’Era di Cesare, seguìta dalla legge e dal popolo di Spagna sino al secolo decimoquarto, è di trent’otto anni anteriore alla nascita di Gesù Cristo. Parmi che si riporti alla pace generale per mare e per terra che rassodò il potere e la divisione dei Triumviri (Dione-Cassio, l. XLVIII, p. 547, 553; Appiano De bell. civ., l. I, p. 1054 ediz. in folio). La Spagna era una delle province sottomesse a Cesare Ottaviano, e Tarragona, che innalzò il primo tempio in onore d’Augusto (Tacito, Annal., 1, 78), potè apprendere dagli orientali questa specie d’adulazione.
  2. Il padre Labat (Voyages en Espagne et en Italie, t. I, pag. 207-217) parla col suo brio ordinario della strada del Cantone e del vecchio castello del conte Giuliano, come pure dei tesori nascosti ec., a cui prestan fede i superstiziosi Spagnuoli.