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storia della decadenza |
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Omar aveva cognizion dell’Egitto a lui testè sottomesso: volle perciò che il suo Luogo-tenente gli descrivesse il reame di Faraone e degli Amaleciti, e la risposta d’Amrou presenta una dipintura brillante e molto esatta di quel singolar paese1. „O comandante dei credenti, egli disse, l’Egitto è un composto di terra nera, e di piante verdi collocate fra una montagna polverizzata, e una sabbia rossa. Un uomo a cavallo che parta da Siene giugne in un mese alla sponda del mare. Scorre nella valle un fiume su cui riposa mattina e sera la benedizione dell’Altissimo, e che s’alza e s’abbassa a seconda dei rivolgimenti del sole e della luna. Quando l’annuale bontà della providenza dischiude le sorgenti e le fontane che alimentano il suolo, le acque del Nilo straripano con fracasso in tutta la contrada, e per questo salutare allagamento spariscono le campagne, e i villaggi non comunicano più insieme se non mercè d’una moltitudine di barche dipinte. Ritirandosi le acque, depongono un limo fertile atto a ricevere le varie semenze. I nugoli di coltivatori che oscurano la terra ponno paragonarsi a un formicaio industrioso; la naturale loro indolenza è stimolata dalla sferza del padrone, e dalla speranza dei fiori e delle frutta cui le loro braccia debbono moltiplicare. Rare
- ↑ Pietro Vatier diede alla luce nel 1666, in Parigi, un volumetto delle Meraviglie dell’Egitto composto nel tredicesimo secolo da Murtadi, abitante del Cairo, e tradotto sopra un manoscritto arabo che fu del cardinal Mazarino. Ciò che dice l’autore delle Antichità Egiziane è assurdo e stravagante: ma i suoi racconti minuti sulla conquista e sulla geografia della sua patria son degni di fiducia e di stima (V. la Corrispondenza d’Amrou e d’Omar p. 279-289).