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dell'impero romano cap. l 15

opera del re degli Omeriti1; ma questa gloria profana era oscurata e vinta da’ fasti profetici di Medina2, non che della Mecca3, situate presso il mar Rosso, lontane l’una dall’altra dugencinquanta miglia: era l’ultima di queste città sante conosciuta da’ Greci sotto il nome di Macoraba, e la desinenza della parola ne denota la vastità, che peraltro, nell’epoca più florida, non sorpassò mai l’ampiezza, nè

  1. Pocock, Specimen, p. 57; Geograph. Nubiensis, p. 52. Meriaba, o Merab, che avea sei miglia di circonferenza fu distrutta dalle legioni d’Augusto (Plinio Hist. nat. VI, 32); e non era per anche risorta nel secolo sedicesimo (Albufeda Descript. Arab., p. 58).
  2. Il nome di Medina fu dato κατ’ εξοχην, per eccellenza, a Yatreb (la Iatrippa de’ Greci), ove risiedeva il Profeta. Albufeda fa il computo (p. 15) delle distanze da Medina per istazioni, o giornate d’una caravana; ne conta quindici sino a Bahrein, diciotto a Bassora, venti a Cufah, venti a Damasco o alla Palestina, venticinque al Cairo, dieci alla Mecca, trenta dalla Mecca a Saana, o Aden, e trentun giorni, o quattrocento dodici ore, sino al Cairo (Voyages de Shaw, p. 477); e secondo il calcolo del d’Anville (Mesures itinéraires, p. 99), una giornata di cammino era di circa 25 miglia inglesi. Plinio (Hist. nat. XII, 32) contava sessanta cinque stazioni di cammelli dal paese dell’incenso (Hadramaüt, nell’Yemen, fra Aden, e il capo Fartasch) sino a Gaza nella Siria. Queste misure possono aiutare la fantasia e dar lume a’ fatti.
  3. Fa d’uopo ricorrere agli Arabi per sapere quel che si può della Mecca (d’Herbelot, Bibl. orient. p. 368-371; Pocock, Specimen, p. 125-128; Abulfeda, p. 11-40). Non essendo permesso a’ miscredenti l’entrarvi, i nostri viaggiatori non ne parlano: il poco che ne dice Thevenot (Voyage du Levant, part. I, p. 490) è tolto dalla bocca sospetta d’un rinnegato affricano. Alcuni Persiani vi noveravano seimila case (Chardin, t. IV, p. 167).