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dell'impero romano cap. li. 203

merita essa questa preferenza1. La vicinanza del mare e delle montagne, l’abbondanza delle legne e dell’acqua, temperano l’ardor del clima, e dalla fertilità del suolo deriva sì gran quantità di sussistenze, che n’è mirabilmente giovata la propagazione degli uomini e degli animali. Dal secolo di Davide a quello d’Eraclio si coperse il paese di fiorenti città: ricchi e numerosi ne eran gli abitanti, e quantunque lentamente devastata dal dispotismo e dalla superstizione, dopo le recenti calamità della guerra persiana, poteva ancora la Sorìa essere un

    autentica della geografia d’Abulfeda, Siro di nascita. È stata pubblicata in arabo e in latino (Lipsia, 1766 in 4), con note erudite del Kochler e del Reiske, e con parecchi estratti di geografia, e di storia naturale cavati da Ibn-l-Wardii. Fra tutti i viaggi moderni quello di Pocock intitolato, Descrizione dell’oriente (della Sorìa, e della Mesopotamia vol. II, p. 88-209), presenta più notizie, e pregi maggiori; ma troppo spesso l’autore confonde le cose che ha vedute con quelle che ha lette.

  1. L’elogio della Sorìa fatto da Dionigi, è giusto e vivace Και την μεν (la Sorìa) πολλοι του και ολβιοι ανδρες εχουσιν πολυπτολιν αιαν, ed è abitata da molta e felice popolazione (in Perieges., v. 902, in t. IV, Geograph. minor. Hudson). In un altro passo chiama questo paese πολυπτολιν αιαν terra popolata di città (v. 898); poi continua:

    Πασα δε τοι λιπαρη και ευβοτος επλετο χωρη
    Μηλα τε φερβεμεναι ααι δενδρεσι ταρπον αεξειν.

    v. 921, 922.

    Tutta la provincia è amena e fertile per pascer gregge, e per arricchire di frutta le piante. (v. 921, 922).
    Questo poeta geografo visse nel secol d’Augusto, e la sua descrizione del Mondo è stata illustrata dal commentario greco di Eustazio, che mostrò ugual rispetto per Omero, e per Dionigi (Fabricio, Biblioth. graec. l. IV, c. 2, t. III p. 21 ec.)