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dell'impero romano cap. li. | 169 |
tura e dell’arte, indusse i soldati a rinunciare questa parte di bottino. Il rigido Omar, senza por mente a’ pregi dell’arte e della regia magnificenza che sfoggiavano in quella composizione, ne distribuì i frammenti a’ suoi fratelli di Medina. Il disegno fu distrutto; ma tanto era il valore della materia, che la sola porzione d’Alì fu venduta ventimila dramme. Fu arrestato un mulo che trasportava la tiara e la corazza, la cintura e i braccialetti di Cosroe, e questo bel trofeo venne offerto al comandante de’ fedeli: i più gravi de’ suoi compagni non contennero le risa guardando la barba bianca, lo braccia pelose e la goffa figura di quel vecchio soldato adorno delle spoglie del gran re1.
Dopo il saccheggio di Ctesifone, questa città ben presto abbandonata andò a poco a poco in rovina. Non piaceva a’ Saraceni nè l’aria, nè la situazione, e ad Omar fu consigliato da un suo generale di portar la sede del governo su la riva occidentale dell’Eufrate. Furono in ogni tempo e facili e pronte la fondazione e la rovina delle città d’Assiria. Manca il paese di legname da costruzione e di pietre: i più solidi edificii2 son di mattoni cotti al sole, e uniti con un cemento di bitume che si trova nel paese. Il nome di Cufa3 non può dare altra idea che d’una
- ↑ V. Gagnier, Vie de Mahomet, t. I, p. 376, 377. Posso bensì credere il fatto ma non la profezia.
- ↑ La torre di Belo a Babilonia, ed il vestibolo di Cosroe a Ctesifone son le rovine più considerevoli della Assiria. Furono visitate da Pietro della Valle, viaggiatore curioso e vanaglorioso. (t. I, p. 713-718; 731-735).
- ↑ Si consulti l’articolo Coufah della Biblioteca di d’Herbelot (p. 277, 278), e il secondo volume dell’istoria d’Ockley, particolarmente le pagine 40 e 153.