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132 storia della decadenza

raggine e dell’empietà1. I Sonniti, la dottrina dei quali è accettata generalmente e si fonda sulla tradizione ortodossa de’ Musulmani, seguono una opinione più imparziale, o per lo meno più decente. Rispettano la memoria d’Abubeker, d’Omar, d’Othmano e d’Alì, tutti santi e successori legittimi del Profeta; ma credendo che il grado di santità abbia determinato l’ordine di successione2, danno l’ultimo luogo allo sposo di Fatima. Quello storico, che con una mano ritrosa a’ monumenti della superstizione bilancerà il merito de’ quattro Califfi, pronuncierà sentenza che i lor costumi furono egualmente puri ed esemplari, che ardente ne fu lo zelo, e giusta tutte le apparenze sincero, e che in mezzo all’opulenza e potenza loro consacrarono la vita alla pratica dei doveri della morale e della religione; ma le virtù pubbliche d’Abubeker e d’Omar, ma la sapienza del primo, e la severità del secondo mantennero in pace e nella prosperità lo Stato. Per debolezza di naturale e per la vecchiaia Othmano fu inetto a dilatare l’Impero colle conquiste, o a reggere il peso del governo. Egli delegava ad altrui l’autorità, ed

  1. Omar presso loro significa il diavolo. Il suo assassino è un santo. Quando i Persiani scagliano una freccia, sogliono gridare: „Possa questa freccia trafiggere il cuore d’Omar„. (Voyages de Chardin, t. II, p. 239, 240, 259, ec.).
  2. Questa graduazione di merito è notata distintamente nel simbolo spiegato dal Reland (De relig. Moham., l. I, p. 37), e da un argomento de’ Sonniti riferito dall’Ockey (Hist. of the Sarac., t. II; p. 230). L’usanza di maledire la memoria d’Alì fu abolita, quarant’anni dopo, dagli stessi Ommiadi (d’Herbelot, p. 690); e son pochi i Turchi che osino insultarlo come infedele (Voyages de Chardin, t. IV, p. 46).