Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/122

116 storia della decadenza

dele che osasse asserire che più non viveva il Profeta. La moderazione d’Abubeker, da tutti rispettato, sedò lo scompiglio. „Adorate voi Maometto, disse egli ad Omar e alla moltitudine, ovveramente il Dio di Maometto? Il Dio di Maometto vive per sempre, ma è mortale l’appostolo siccome noi, e giusta la sua predizione ha soggiaciuto al destino comune de’ mortali„. I suoi più stretti parenti piamente lo sotterrarono colle proprie mani nel luogo stesso ove era spirato1. La sua morte e sepoltura hanno consacrato Medina; e gl’innumerevoli pellegrini della Mecca deviano sovente per onorare con devozione spontanea2 la modesta tomba del Profeta3.

  1. I Greci e i Latini hanno inventato e divolgato la ridicola fola che da forti calamite sia tenuto sospeso in aria il deposito di Maometto nella volta del tempio della Mecca σημα μετεωριζομενον. (Laonico Calcondile, De rebus turcicis, l. III. p. 66). V. il Dizionario di Bayle, art. Mahomet. Rem. EE. FF. Anche senza l’aiuto della filosofia, basta osservare, 1. che il Profeta non è stato sepolto alla Mecca; 2. che la sua tomba, che sta a Medina, fu veduta da milioni di pellegrini, ed è in terra (Reland, De religione Moammed, l. II, c. 19, p. 209-211; Gagnier, Vie de Mahomet, t. III, p. 263-268).
  2. Al-Jannabi enumera (Vie de Mahomet, t. III, p. 372-391) i vari doveri del pellegrino che va a visitare il sepolcro del Profeta e de’ suoi compagni; e quel dotto casuista decide che questo è un atto rigoroso di devozione come l’adempimento d’un precetto divino, e quasi meritorio ugualmente. Contendono fra loro i dottori per sapere quale delle due città, della Mecca o di Medina, debba ottenere la preminenza, (p. 392-394).
  3. Abulfeda (Vit. Moham., p. 133-142) e Gagnier (Vie de Mahomet, t. III, p. 220-271) descrivono l’ultima ma-