Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/102

96 storia della decadenza

fisso l’occhio sul campo di battaglia; già cedeano i suoi soldati, ed erano sul punto di rimanere sconfitti; quando il Profeta si slanciò dal trono, salì a cavallo, e gittò un pugno di sabbia in aria, gridando: „La faccia di coloro sia coperta d’obbrobrio„. I due eserciti, colpiti dal suono della sua voce, credettero vedere la squadra angelica da lui chiamata in soccorso1: tremarono i Koreishiti, e si diedero alla fuga: settanta de’ più valorosi furono uccisi, e settanta prigionieri decorarono il primo trionfo dei fedeli. I morti furono spogliati e insultati: due prigionieri giudicati i più rei ebbero la morte, e gli altri pagarono pel riscatto quattromila dramme d’argento, che furono qualche compenso per la fuga della caravana; ma indarno i cammelli d’Abu-Sophian cercarono una nuova strada in mezzo al deserto e lungo l’Eufrate; pervenne ancora la vigilanza di Maometto a coglierli in via, e il bottino dovette essere considerevole, se, come è fama, la quinta parte dell’appostolo fu di ventimila dramme. Abu-Sophian irritato per la perdita pubblica e propria, ragunò un corpo di tremila uomini, fra’ quali settecento armati di corazze e dugento cavalieri: tremila cammelli lo seguitarono, ed Henda, sua sposa, con quindici matrone della Mecca, batteva conti-

  1. Le vaghe espressioni del Corano (c. 3, pag. 124, 125; c. 8, p. 9) permettono a’ commentatori di supporre il numero di mille, tremila o novemila angeli: il più piccolo senza altro bastava a trucidare settanta Koreishiti (Maracci, Alcoran, t. II, p. 131). Gli scoliasti però confessano che niun occhio mortale vide questa squadra angelica (Maracci, p. 297). Fanno commenti arguti su quelle parole: „non tu, ma Dio ec.„ (c. 8, 16); d’Herbelot, Bibl. orient., p. 600, 601.