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dell'impero romano cap. xliii. 81

CAPITOLO XLIII.

Ribellione d'Affrica. Restaurazione del regno de' Goti, per opera di Totila. Perdita e riacquisto di Roma. Conquista definitiva dell'Italia, fatta da Narsete. Estinzione degli Ostrogoti. Disfatta de' Franchi e degli Alemanni. Ultima vittoria; disgrazia e morte di Belisario. Morte e carattere di Giustiniano. Cometa, terremoti e pestilenza.

La rassegna a cui furono passate le varie nazioni dal Danubio al Nilo, ha posto in luce per ogni parte la debolezza dei Romani, e ragionevolmente ci possiamo maravigliare ch’essi pretendessero di allargare un Impero, del quale non potevano difendere gli antichi confini. Ma le guerre, le conquiste ed i trionfi di Giustiniano sono i deboli e perniciosi sforzi della vecchiaja, che esaurisce gli avanzi della sua forza ed accelera la decadenza delle vitali facoltà. Lieto e superbo egli andava di aver restituito l’Affrica e l’Italia al dominio della Repubblica; ma le calamità che seguiron la partenza di Belisario, diedero a divedere l’importanza del Conquistatore, e compirono la rovina di queste sventurate contrade.

[A. D. 535-545] Giustiniano era venuto in opinione che le sue nuove conquiste dovessero riccamente soddisfare la sua avarizia non men che il suo orgoglio. Un rapace ministro delle Finanze teneva dietro ai passi di Belisario, e siccome i vecchi registri de’ tributi erano stati arsi dai Vandali, egli dava pascolo alla sua fantasia con un computo liberale ed un’arbitraria tassazione