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dell'impero romano cap. xlvi. 423

di ogni età e di ogni setta meritano sopra di tutti quelle infernali dimore. La gloria della casa di Sassan finì colla vita di Cosroe: lo snaturato suo figlio non godè che per otto mesi il frutto de’ suoi delitti; e nello spazio di quattro anni, il titolo reale fu assunto da nove candidati, i quali si contesero colla spada o col pugnale, i frammenti di un’esausta monarchia. Ogni provincia ed ogni città della Persia divenne il teatro dell’indipendenza, della discordia, e del sangue; e lo stato di anarchia prevalse per circa ott’anni ancora, sinchè attutate le fazioni vennero ridotte al silenzio e riunite sotto il comune giogo de’ Califfi arabi1.

[A. D. 628] Tosto che praticabile fu la strada de’ monti, l’Imperatore ricevè la gradita notizia del buon successo della cospirazione, della morte di Cosroe, e dell’innalzamento del suo figlio maggiore al trono di Persia. Gli autori della rivoluzione, bramosi di far pompa de’ loro meriti nella Corte o nel campo di Tauride precedettero gli ambasciatori di Siroe, i quali consegnarono le lettere del loro signore al suo fratello, l’Imperator de’ Romani2. A norma del linguaggio usato

    grossolana superstizione; Θεομαχος Χοσνκς επεσε και επτωμα τισθη εις τα καταχθονια ……. εις το πορακατασβεσον, etc. Arrivò quasi a fare applausi al parricidio di Siroe, come ne avrebbe fatti ad un atto di pietà e di giustizia.

  1. Eutichio (Ann., t. II, p. 251-256) che per altro dissimula il parricidio di Siroe; d’Herbelot (Bibl. orient. p. 789) ed Assemanni (Bibl. orient., t. III, p. 415-420), danno il più circostanziato ed esatto ragguaglio su quest’ultimo periodo dei Re sassaniani.
  2. Nella cronaca di Paschal la lettera di Siroe sgraziatamente finisce pria che verun’affare fosse stato cominciato. Da ciò che Teofane e Niceforo riferiscono della esecuzione del trattato, possono indovinarsene gli articoli.