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422 storia della decadenza

prendevano il nome di amici della patria, si lasciarono adescare dall’opulenza e dagli onori di un nuovo regno; ai soldati l’erede di Cosroe promise un accrescimento di soldo; ai Cristiani promise il libero esercizio della lor religione; ai prigionieri, libertà e mercede; ed alla nazione, una subita pace e la diminuzione delle imposte. Si determinò da’ cospiratori che Siroe, colle insegne della dignità reale, comparirebbe nel campo; e che se l’impresa andasse a male, gli sarebbe aperto uno scampo alla corte Imperiale. [A. D. 628] Ma da unanimi acclamazioni fu salutato il novello Monarca; la fuga di Cosroe (e dove sarebbe egli fuggito?) venne duramente impedita; diciotto suoi figliuoli gli furono trucidati in faccia, e cacciato fu egli dentro una segreta, dove spirò al quinto giorno. I Greci ed i Persiani moderni minutamente descrivono il modo con che Cosroe fu vilipeso, affamato, straziato con tormenti, per comando dell’inumano suo figlio, il quale avanzò d’assai l’esempio del genitore. Ma al tempo della morte di Cosroe, qual lingua avrebbe riferito l’istoria del parricidio? Qual occhio potea penetrare nella torre dell’oscurità? Secondo la fede e la misericordia dei Cristiani suoi inimici, egli affondò senza speranza in un abisso più cupo1, nè vuol negarsi che i tiranni

    e nella Storia di Teofane (p. 271), si legge l’autentica relazione della caduta di Cosroe come Re.

  1. Al primo udir che si fece la morte di Cosroe a Costantinopoli, Giorgio di Pisidia (p. 97-105) pubblicò un Eracliade in due canti. Questo scrittore prete e poeta faceva feste perchè si fosse dannato il pubblico nemico ( εμτεσον εν ταρταρω v. 56). Ma una vendetta così vile è indegna di un Re e di un conquistatore; ed altamente mi duole il trovare nella lettera d’Eraclio una sì fatta gioja, figlia d’una