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dell'impero romano cap. xlvi. 413

giorni consecutivi, la capitale fu assaltata dagli Avari, i quali avean fatto qualche avanzamento nell’arte di attaccare le piazze; s’innoltravano essi a scavare o batter le mura, sotto il coperto dell’impenetrabil testuggine; le macchine loro lanciavano una continua salva di pietre e di dardi; e dodici eminenti torri di legno sollevavano i combattenti all’altezza de’ vicini bastioni. Ma il Senato ed il Popolo erano animati dallo spirito di Eraclio, il quale avea distaccato in loro soccorso un corpo di dodicimila corazzieri; tutti gli spedienti del fuoco e della meccanica furono con grandissim’arte e successo posti in opera per la difesa di Costantinopoli, mentre le galee, a due o tre ordini di remi, dominavano il Bosforo, e rendevano i Persiani oziosi spettatori della disfatta de’ loro alleati. Gli Avari tornaron respinti; una flotta di barche Schiavone fu distrutta nel porto; i vassalli del Cacano minacciavano di disertare; le sue provvigioni erano in fondo, e poi ch’ebbe posto a fuoco le macchine, egli diede il segnale di una lenta e formidabil partenza. La devozione de’ Romani attribuì questa memorabil liberazione alla vergine Maria; ma la madre di Cristo avrebbe sicuramente condannato l’inumana uccisione degli inviati Persiani, i quali aveano ogni titolo ai diritti dell’umanità, quand’anche non fossero stati protetti dalle leggi delle nazioni1.

    cioso, porterà meno spavento: non sarà che una millanteria che si attirerà le risa di Dario„ (Emila, t. III, p. 146). Io però sono molto in dubbio se il Senato ed il Popolo di Costantinopoli abbiano riso di quest’ambasciata del Cacano.

  1. Un racconto specificato ed autentico dell’assedio e della liberazione di Costantinopoli si legge nella cronica di Paschal. Altri fatti vi furono aggiunti da Teofane (p. 264)