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404 | storia della decadenza |
combattere, il terreno, il sole, e l’aspettativa de’ due eserciti, si trovarono contrarii ai Barbari. I Romani con buon successo rinnovarono sul campo di battaglia i loro guerrieri esercizj1, e l’evento della giornata chiarì al mondo, che i Persiani non erano invincibili, e che un eroe vestiva la porpora. Forte per la vittoria e la fama acquistata, Eraclio arditamente ascese i gioghi del monte Tauro, mosse il campo verso le pianure della Cappadocia, e stabilì le sue truppe, per la stagione invernale, in sicuri e ben provveduti alloggiamenti sulle rive del fiume Ali2. Superiore era il suo animo alla vanità di sfoggiare in Costantinopoli un imperfetto trionfo: ma indispensabilmente facea mestieri della presenza dell’Imperatore per calmare l’irrequieto e rapace ardire degli Avari.
[A. D. 623-625] Da’ giorni di Scipione e di Annibale in poi, non si era tentata un’impresa più audace di quella che Eraclio mandò ad effetto per liberare l’Impero3. Ei
- ↑ Foggini (Annotat. p. 31) dubita che i Persiani siano stati ingannati dalla Φαλανξ πεπληγμενη d’Eliano (Tactique c. 48) movimento spirale e complicato fatto dall’esercito. Egli osserva (pag. 28) che le militari descrizioni di Giorgio di Pisidia sono letteralmente copiate nella Tattica dell’Imperatore Leone.
- ↑ La prima spedizione d’Eraclio trovasi descritta in tre acroaseis o canti di Giorgio di Pisidia che ne fu testimonio oculare (Acroas. II, 222). Il suo poema fu pubblicato in Roma nell’anno 1777; ma quanto sono lontani gli elogi vaghi e le declamazioni che vi si leggono, di corrispondere alle belle speranze che si erano messe in mente Pagi, d’Anville etc.
- ↑ Teofane (p. 256) trasporta troppo prestamente Eraclio (κατα ταχος) in Armenia. Ambedue le spedizioni vengono confuse da Niceforo, che però indica la provincia di Lazica.