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dell'impero romano cap. xlii. | 35 |
il trattato, ed il sentimento di questa offesa si stampò profondamente nell’animo di Cosroe, il quale si era già avanzato fino al Tigri, alla volta di Costantinopoli. Non sopravvisse lungamente il padre di Cosroe all’avvenimento che avea sconcertato le sue mire. Si lesse il testamento del defunto sovrano nell’assemblea dei nobili, ed una potente fazione, preparata a sostenerlo, innalzò Cosroe al trono della Persia, senza por mente ai diritti della Primogenitura. Cosroe tenne quel trono pel lungo e prospero periodo di quarantott’anni1; e la giustizia di Nushirvan vien celebrata dalle nazioni dell’Oriente, quale argomento di lode immortale.
Ma nell’opinione dei Re, ed anche dei loro sudditi, la giustizia di un sovrano non esclude un’ampia indulgenza pel soddisfacimento delle sue passioni e del suo interesse. La virtù di Cosroe era quella di un conquistatore, il quale nelle determinazioni della pace o della guerra, viene spinto dall’ambizione e rattenuto dalla prudenza, confonde la grandezza colla felicità di una nazione, e tranquillamente sacrifica le
- ↑ Appoggiandosi a Procopio ed Agatia, il Pagi (t. 2 p. 543, 626) ha provato che Cosroe Nushirvan salì al trono nel 5 anno di Giustiniano (A. D. 431 1. di aprile; A. D. 532, 1 di aprile). Ma la vera cronologia che consente coi Greci e cogli Orientali, è stabilita da Gio. Malala (t. II p. 211). Cabade, o Kobad, dopo un regno di 43 anni e due mesi, ammalò agli 8, e morì ai 13 di settembre, A. D. 531, in età di 82 anni. Secondo gli annali di Eutichio, Nushirvan regnò 47 anni e 6 mesi; onde si dee porre la sua morte nel marzo del 579.
rava le lettere: ου γραμμασι ου βαρβαροι τους παιδας ποιουνται αλλ´ οπλων σκευη. Dubito che in Persia vi fossero forme di adozione in uso.