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dell'impero romano cap. xlvi. 383

sia, e che la porpora imperiale sarebbe il guiderdone della sollecitudine e della vittoria. Venne un debil romore de’ lor disegni all’orecchio di Foca, e la moglie e la madre del giovane Eraclio furono soprattenute, ad ostaggi della fede di esso: ma le traditoresche arti di Crispo impicciolirono il lontano pericolo; si trascurarono o ritardarono i mezzi della difesa; ed il tiranno dormì nell’indolenza, sino al momento in cui l’armata Affricana gettò l’ancora nell’Ellesponto. Sotto il stendardo di Eraclio si raccolsero i fuggitivi e gli esuli che sete aveano di vendetta; i suoi vascelli la cui alta poppa era adorna de’ sacri simboli della religione1, volsero il trionfante corso verso la Propontide; e Foca, dalle finestre del suo palagio, vide il soprastante, inevitabil suo fato. La fazione verde si lasciò trarre con doni e promesse ad opporre una debole e vana resistenza allo sbarco degli Affricani; ma il popolo e le guardie stesse furono determinate dal tempestivo passaggio di Crispo alla parte contraria; ed il tiranno fu arrestato da un semplice cittadino, il quale audacemente invase la solitudine del palazzo. Spogliato del diadema e dell’ostro, avvolto in misere vesti, e carico di catene egli venne trasportato in un barchetto alla galea imperiale di Eraclio, il quale gli rinfacciò i misfatti dell’abbominevol suo regno. „Governerai tu meglio?„ Furono le estreme parole mandate dalla

  1. Secondo Teofane, portava κιβωτια, e εικονα θεομητορος. Cedreno aggiunge un αχειροποιητον εικονα του κυριου; di cui Eraclio si servì come di bandiera nella prima spedizione di Persia. Vedi Giorgio Pisid. Acroas, 1, 140. Sembra che le manufatture prosperassero ma Foggini, editore romano, (p. 26) si trova imbrogliato nel determinare s’era un originale od una copia.