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con una guerra desolatrice. Il selvaggio suo naturale veniva acceso dalle passioni, indurito dal timore, esacerbato dalla resistenza o dal rimprovero. La fuga di Teodosio alla corte di Persia era stata impedita da un rapido inseguimento e da un ingannevol messaggio: questi fu decapitato a Nicea, e le ultime ore del giovane Principe ebbero a raddolcimento i conforti della religione e la consapevolezza dell’innocenza. Con tuttociò il suo fantasma perturbava il riposo dell’usurpatore: si sparse per l’Oriente una voce che il figlio di Maurizio vivesse tuttora; il popolo aspettava il suo vendicatore, e la vedova e le figlie dell’ultimo Imperatore avrebbero adottato per loro figlio e fratello il più abbietto degli uomini. Nel macello della famiglia Imperiale1 la clemenza, o piuttosto la prudenza di Foca avea risparmiato queste donne infelici che decentemente furono confinate in una casa privata. Ma nell’animo dell’Imperatrice Costantina vivea mai sempre la memoria del padre, del fratello, e de’ figli, ond’ella aspirava alla libertà ed alla vendetta. Nell’orror di una notte ella fuggissene al santuario di S. Sofia, ma le sue lagrime, e l’oro di Germano, suo cooperatore, non valsero ad eccitare una sollevazione. La vita di lei diveniva sacra alla vendetta, anzi alla giustizia; ma il Patriarca, ne ottenne la salvezza, facendosene mallevadore con giuramento: e la vedova di Mauri-

  1. Il Ducange (Fam. byzant., p. 106, 107) somministra alcune particolarità sulla famiglia di Maurizio; Teodosio, suo primogenito, era stato coronato all’età di quattro anni e mezzo, e S. Gregorio ne’ suoi complimenti sempre lo riunisce a suo Padre. Fra le sue figlie io son sorpreso di trovare accanto ai nomi cristiani d’Anastasia e di Teoctesta, il nome pagano di Cleopatra.