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dell'impero romano cap. xlvi. 379

pressore; nel rallegrarsi che la provvidenza abbia innalzata la pietà e la benignità di Foca al trono imperiale; nel pregare che le mani di lui possano esser fortificate contro i suoi nemici, e nell’esprimere un desiderio, forse una profezia, che dopo un lungo e trionfante Impero, egli possa esser trasportato da un regno temporale ad un regno celeste1. Io ho già descritto i progressi di una rivoluzione così gradita, nell’opinione di Gregorio, al cielo ed alla terra, e Foca non si mostrò men odioso nell’esercizio che nell’acquisto del potere. Il pennello di uno storico imparziale ha delineato il ritratto di un mostro2; la piccola e deforme sua persona, gli ispidi cigli da niun intervallo disgiunti, i capelli rossi, il mento senza barba, e la gota disfigurata e scolorata da una formidabile cicatrice. Ignorava le lettere, le leggi ed eziandio le armi: egli nella dignità suprema non vide che un più ampio privilegio di darsi alla lussuria ed all’ubbriachezza, ed i brutali suoi piaceri erano od oltraggiosi pe’ suoi sudditi o vituperevoli ad esso. Senza assumere l’uffizio di un Principe, egli abbandonò la professione di soldato; ed il regno di Foca afflisse l’Europa con una pace ignominiosa, e l’Asia

  1. S. Gregorio, l. XI, epist. 38, indict. 6. Benignitatem vestrae pietatis ad imperiale fastigium pervenisse gaudemus. Laetentur coeli et exultet terra, et de vestris benignis actibus universae reipublicae populus, nunc usque vehementer afflictus hilarescat, etc. questa vile adulazione che s’attirò le invettive de’ protestanti, vien giustamente criticata dal filosofo Bayle. (Dictionnaire critique, Gregoire I. note H, t. II, p. 597, 595.) Il Cardinale Baronio giustifica il Papa a spese del detronizzato Imperatore.
  2. I ritratti di Foca furono distrutti; ma i suoi nemici ebbero l’avvertenza di sottrarre alle fiamme una copia di questa caricatura. (Cedreno, p. 404).