Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/380

376 storia della decadenza

violenza del vento lo costrinse a pigliar terra alla chiesa di S. Autonomo1 presso Calcedonia, d’onde spedì Teodosio, suo primonato, ad implorare la gratitudine e l’amicizia del Monarca persiano. Quanto a lui, ricusò di fuggire: tormentato era il suo corpo dai dolori sciatici2; la superstizione gli aveva indebolito la mente; rassegnatamente egli aspettò l’evento della rivoluzione, e volse una fervente e pubblica preghiera all’Altissimo, onde gli fosse dato il castigo de’ suoi peccati piuttosto in questa vita che nell’altra. Dopo l’abdicazione di Maurizio, le due fazioni si contendevano la scelta di un Imperatore; ma il favorito degli Azzurri fu rigettato dalla gelosia de’ loro antagonisti, e Germano egli stesso fu trascinato dalla frotta la quale corse al palazzo di Ebdomone, sette miglia distante dalla città, ad adorare la maestà di Foca il Centurione. Al modesto desiderio mostrato da Foca di cedere la porpora al grado ed al merito di Germano, si oppose la risoluzione dello stesso Germano, più ostinata ed egualmente sincera. Il Senato ed il Clero obbedirono alla chiamata del nuovo Prin-

  1. La Chiesa di S. Autonomo (che non ho l’onore di conoscere) era situata alla distanza di centocinquanta stadj da Costantinopoli. (Teofilatto, l. VIII, c. 9) Gillio (De Bosphoro Thracio, l. III, c. II) parla del porto d’Eutropia in cui Maurizio ed i suoi figli furono assassinati, come di uno de’ due porti di Calcedonia.
  2. Gli abitanti di Costantinopoli andavano generalmente soggetti a’ ’νοσοι ρθρητιδες; e Teofilatto fa sentire, che se le regole dell’Istoria glie lo permettessero, egli potrebbe assegnare la causa di tal malattia. Tuttavia simile digressione non sarebbe stata più fuori di luogo che le sue ricerche (l. VII, c. 16, 17) sulle periodiche inondazioni del Nilo, e le opinioni de’ filosofi greci su questa materia.