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dell'impero romano cap. xlvi. 367

conquistatore divideva e trapiantava i nuovi suoi sudditi1. Le regioni Occidentali della Germania, ch’erano rimaste vuote d’abitatori per la emigrazione de’ Vandali, furono riempiute di colonie schiavone. Si discoprono le medesime tribù nelle vicinanze dell’Adriatico ed in quelle del Baltico, e col nome di Baiano stesso si trovano tuttora nel cuor della Slesia le città Illiriche di Neyss e di Lissa. Nella disposizione delle sue truppe e delle sue province2, il Cacano esponeva i vassalli, di cui non curava la vita, al furore del primo assalto, ed il nemico vedea fatto ottuso il suo brando, prima che affrontasse il natio valore degli Avari.

[A. D. 595-602] L’alleanza colla Persia restituì le truppe dell’Oriente alla difesa dell’Europa, e Maurizio che per dieci anni avea sopportato l’insolenza del Cacano, dichiarò la risoluzione, in cui era, di muovere in persona contro de’ Barbari. Per lo spazio di due secoli, niuno de’ successori di Teodosio s’era fatto vedere nel campo; le

    stantinopoli quindici mesi di cammino. L’imperatore Maurizio conversò con alcuni musici ambulanti di quel rimoto paese, e solo sembra che abbia preso una professione per una nazione (Teofilatto l. VI, c. 2).

  1. Il conte di Buat fa qui una delle più verisimili e più luminose congetture (Histoire des Peuples barbares, t. XI, p. 546-568). I Tzechi ed i Serbi si trovano insieme confusi nei contorni del monte Caucaso, nell’Illirio e nella parte bassa dell’Elba. Pare che le più bizzarre tradizioni dei Boemi confermino la sua ipotesi.
  2. Vedi negli storici Francesi Fredegario, t. II. p. 432. Bajano non faceva mistero dell’orgogliosa sua insensibilità. Οτι τοιουτους (e non τοσουτους, come si vorrebbe in una ridicola correzione) επαφησω τη Ρωμαικη, ως ει και συμβαιη γε σφισι θανατω αλωναι, αλλ’εμοι γε μη γενεσθαι συναισθησοιν.