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dell'impero romano cap. xlvi. 361

[A. D. 570-600] Nel tempo che la maestà del nome Romano tornava a scintillar nell’Oriente, il prospetto dell’Europa compariva meno piacevole e meno glorioso. La partenza de’ Lombardi e la rovina de’ Gepidi aveano distrutto l’equilibrio del potere sul Danubio; e gli Avari stendevano il permanente loro dominio dal piè delle Alpi sino alla spiaggia dell’Eussino. Il regno di Bajano è la più luminosa epoca della monarchia loro. Il loro Cacano, il quale occupava il rustico palazzo di Attila1, pare che ne imitasse il carattere e la politica; ma siccome le stesse scene si ripeterono in un circolo più angusto, così un minuto ritratta della copia sarebbe scevro della grandezza e della novità del-

    restauramento di Cosroe. Tutti i successivi compilatori fra i quali Zonara e Cedreno non hanno fatto che copiare e compendiare; e gli Arabi cristiani fra i quali Eutichio (Ann. t. II, p 200-208) ed Abulfaragio (Dynast. p. 96-98), pare non abbiano che memorie particolari. Mirkond e Khondemir, i due famosi Storici persiani del decimoquinto secolo, non mi sono noti che per gli imperfetti estratti di Schikard (Tarikh, p. 150-155), di Texeira o piuttosto di Stevens (Hist. de Perse p. 182-186), d’un manoscritto turco tradotto dall’abate Fourmont (Hist. de l’Accad. des Inscript. t. VII, p. 325-334) e di Herbelot, ai vocaboli Hormouz (p. 457, 459), Bahram (p. 174), Kosrou Parviz (p. 996). Se avessi maggior fede nell’autorità di questi Scrittori Orientali, amerei che fossero più numerosi.

  1. Chiunque voglia formarsi un’idea generale dell’orgoglio e della possanza del Cacano, legga Menandro (Excerpt. legat. p. 117,) e Teofilatto (l. I, c. 3, l. VII, c. 15) i cui otto libri sono di maggior onore al Capo degli Avari che all’Imperatore d’Oriente. Gli antenati di Bajano avevano assaggiato la liberalità di Roma, e Bajano sopravvisse al regno di Maurizio. (Du Buat, Hist. des Peuples Barbares, t. XI, p. 545). Il Cacano che fece un’irruzione in Italia, A. D. 611 (Mura-