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354 storia della decadenza

di Ormuz di fuggire l’esempio e il destino del padre, di ricacciare in prigione i traditori usciti dalle catene, di deporre in qualche sacro luogo il diadema da lui usurpato, e di accettare dal grazioso suo benefattore il perdono de’ suoi falli ed il governo di una provincia. Il ribelle poteva non essere superbo, ed il Re certissimamente non falliva per umiltà; ma il primo era consapevole della sua forza, ed il secondo non sentiva che la sua debolezza, ed altresì il modesto linguaggio della risposta del Re lasciava tuttavia aperto il campo alle pratiche ed all’accordo. Cosroe condusse in campo gli schiavi della reggia e la plebe della Capitale; con terrore essi mirarono i vessilli di un esercito veterano; circondati e sorpresi essi furono dalle evoluzioni del Generale, ed i Satrapi che aveano deposto Ormuz, ricevettero la punizione della loro rivolta, od espiarono il loro tradimento con un secondo e più colpevole atto di slealtà. In salvo fu la vita e la libertà di Cosroe: ma ridotto ei trovossi alla necessità d’implorare ajuto e rifugio in paese straniero, e l’implacabil Bindoe, ansioso di assicurarsi un titolo ineluttabile, precipitosamente ritornò alla reggia, e colla corda di un arco pose fine ai miseri giorni del figlio di Nushirvan1.

[A. D. 590] Nell’atto di apprestarsi alla ritirata, Cosroe pose in

    notte col guardarla ...... che tiene al servigio gli Asoni„ (i genii). È lo stile Orientale in tutta la sua pompa.

  1. Teofilatto (l. IV c. 7) imputa la morte di Hormus al suo figlio, dicendo, se gli si deve prestar fede, che spirò sotto i colpi del bastone d’ordine suo. Ho preferito di appigliarmi a quanto ne dicono Condemirio ed Eutichio; sono sempre inclinato ad adottare i testimonii più temperati, massime quando si tratti di scemare l’orrore e l’atrocità d’un parricidio.