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La Persia era stata tratta a rovina da un Re; essa fu salvata da un eroe. Dopo la sua rivolta, Varane o Bahram potè ben essere tacciato di schiavo sconoscente dal figlio di Ormuz, senza che questo rimprovero provi altra cosa che l’orgoglio di un despota, perocchè Bahram discendeva dagli antichi Principi di Rei1, una delle sette famiglie che per le splendide e proficue lor prerogative erano poste in cima della nobiltà Persiana2. Nell’assedio di Dara, il valore di Bahram s’era segnalato sotto gli occhi di Nushirvan, e sì il padre che il figlio successivamente lo promossero al comando degli eserciti, al governo della Media, ed alla

  1. Nel libro apocrifo di Tobia vien citato Ragae o Rei, come già in florido stato, sette secoli avanti Gesù Cristo, sotto l’impero degli Assirj. I Macedoni ed i Parti successivamente abbellironla sotto gli stranieri nomi di Europo e di Arsacia. Questa città era situata cinquecento stadj al Mezzogiorno delle porte Caspie (Strabone l. XI, p. 196). Quanto si riferisce intorno alla sua grandezza ed alla sua popolazione nel nono secolo è assolutamente incredibile: del resto essa venne posteriormente ruinata dalle guerre e dall’insalubrità dell’Atmosfera. (Chardin, Voyage en Perse, t. 1, p. 279, 280; d’Herbelot, Bibliot. orient. p. 714).
  2. Teofilatto, l. III, c. 18. Nel suo terzo libro Erodoto parla de’ sette Persiani che furono i Capi di queste sette famiglie. Spesso si tratta de’ loro nobili discendenti, e specialmente ne’ frammenti di Ctesia. Ad ogni modo l’indipendenza di Otanes (Erodoto, l. III, c. 83, 84) ripugna allo spirito del dispotismo, nè sembra verisimile che le Sette Famiglie abbiano sopravvissuto alle rivoluzioni di undici Secoli; tuttavia esse poterono venir rappresentate, dai sette ministri (Brisson, De regno Pers., l. 1, p. 190), ed alcuni nobili Persiani, come i Re del Ponto (Polibio, l. V, p. 540) e della Cappadocia (Diodoro di Sicilia, l. XXXI, t. II, p. 517) potevano dirsi discesi dai prodi compagni di Dario.