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zari ed in sandali aperti, ed eziandio nella serenità della pace la fedele spada continuamente pendeva al lor fianco. Eppure questo strano apparato e l’orrido aspetto sovente ricoprivano una buona, gentile e generosa indole; e come cessata era la furia del terrore, i prigionieri ed i sudditi rimanevano alle volte sorpresi dell’umanità del vincitore. I vizi de’ Lombardi erano l’effetto delle passioni, dell’ignoranza o dell’ebbrietà; più lodevoli erano le virtù loro, come quelle che non venivano infettate dall’ipocrisia de’ sociali costumi, nè imposte dai rigorosi freni delle leggi e della educazione. Io non temerei di uscire del mio soggetto, se fosse in mio potere il delineare la vita privata dei conquistatori dell’Italia, e riferirò con piacere la galante avventura di Autari, la quale respira il vero genio della cavalleria e del romanzo1. Dopo la morte di una principessa Merovingia promessagli in isposa, egli chiese in matrimonio una figlia del Re di Baviera; e Garibaldo accettò l’alleanza del Monarca Italiano. Mal tollerando i tardi progressi della trattativa il fervido amatore si tolse al suo palazzo, e si trasferì alla corte di Baviera nella comitiva della sua propria ambasceria. In una pubblica udienza l’incognito straniero si avanzò verso il trono ed informò Garibaldo che l’ambasciatore era veramente il ministro di Stato, ma ch’egli era l’amico di Autari, il quale gli aveva affidata la dilicata commissione di

  1. Paolo (l. III c. 29, 34) riferisce la Storia d’Autario e di Teodolinda; ed ogni frammento degli antichi Annali della Baviera anima le instancabili ricerche del conte di Buat (Histoire des Peuples de l’Europe, t. XI p. 595-635; t. XII p. 1, 53).