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dei Turchi, passarono il Tanai ed il Boristene ed audacemente si avanzarono nel cuore della Polonia e della Germania, violando la legge delle nazioni, ed abusando dei diritti della vittoria. Prima che fossero passati dieci anni, essi aveano piantato i lor campi sul Danubio e sull’Elba; molti nomi Bulgari e Schiavoni si erano cancellati dalla terra, ed il rimanente di quella tribù si trovava, in qualità di tributarj e di vassalli, sotto lo stendardo degli Avari. Il Cacano, titolo particolare che prendeva il Re loro, tuttavia affettava di coltivare l’amicizia dell’Imperatore; e Giustiniano nutriva qualche pensiero di stabilirli nella Pannonia, per bilanciare la predominante potenza dei Lombardi. Ma la virtù od il tradimento di un Avaro manifestò la segreta inimicizia e gli ambiziosi disegni de’ suoi compatriotti: ed essi altamente si lamentarono della timida ma gelosa politica che riteneva i loro ambasciatori, e negava le armi che loro era stato concesso di comperare nella capital dell’Impero1.

Ad un’ambasciata ricevuta dai conquistatori degli Avari2, può forse attribuirsi l’apparente cangiamento seguìto nelle disposizioni degli Imperatori. Il risentimen-

  1. Le ambascerie e le prime conquiste degli Avari si possono leggere in Menandro (Excerpt. Legat. p. 99, 100, 101, 154, 155), in Teofane (p. 196), nell’Historia Miscella (l. XVI p. 109) ed in Gregorio di Tours (l. 4 c. 23, 29; negl’Istorici di Francia, t. 2 p. 214, 217).
  2. Teofane (Chron. p. 204) e l’Historia Miscella (l. 16 p. 110), come interpreta il De Guignes (t. 1 P. 2 p. 354), sembrano parlare di un’ambasceria Turca allo stesso Giustiniano; ma quella di Maniaco, nel 4 anno del suo successore Giustino, è positivamente la prima che sia pervenuta a Costantinopoli (Menandro, p. 108).