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252 | storia della decadenza |
condannò il più tenue interesse1: ma il sentimento del vantaggio reciproco, il quale aveva trionfato delle leggi della Repubblica, con egual fermezza fece fronte ai decreti della Chiesa, ed anche ai pregiudizi del genere umano2.
III. La natura e la società impongono lo stretto obbligo di riparare un torto; e chi ha sofferto per una privata ingiustizia, acquista un diritto personale ed un’azione legittima. Se la proprietà di un altro viene affidata alle vostre mani, il grado di cura che voi dovete prenderne, cresce o scade secondo il benefizio che voi derivate da quel temporaneo possedimento. Di rado avviene che ci tocchi render ragione di un accidente inevitabile, ma le conseguenze di un fallo volontario vanno mai sempre imputate al suo autore3. Un Romano richiamava e ricuperava le cose rubategli, me-
- ↑ Su questo punto l’opinione de’ Padri della Chiesa è unanime (Barbeyrac, Morales des Pères, p. 144 ec.). Vedi San Cipriano, Lattanzio, San Basilio, San Crisostomo (i suoi frivoli argomenti si ritrovano in Noodt, l. I c. 7 p. 188), San Gregorio di Nissa, Sant’Ambrogio, San Gerolamo, Santo Agostino, ed una moltitudine di Concilii e di Casuisti.
- ↑ Catone, Seneca e Plutarco hanno altamente condannato l’uso o l’abuso dell’usura. Secondo l’etimologia di foenus e di τοκος, si suppone che il principale generi l’interesse. Posterità d’uno sterile metallo! esclama Shakespeare, ed il teatro è l’eco della voce pubblica.
- ↑ Guglielmo Jones ha composto un saggio ingegnoso e ragionato sulla legge delle cauzioni (Londra, 1781, p. 127 in-8). È forse l’unico Giureconsulto che abbia un’eguale estesa cognizione de’ registri di Vestminster, de’ Commentarj d’Ulpiano, delle Aringhe Attiche d’Iseo, e delle Sentenze de’ giudici dell’Arabia e della Persia.
nelle sue Institute; ma le regole e le restrizioni su questa materia si trovano nelle Pandette (l. XXII tit. 1, 2) e nel Codice (l. IV tit. 32, 33).