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dell'impero romano cap. xliv. 251

quell’inveterato male di Roma1, era stata scoraggiata dalle Dodici Tavole, ed abolita dai clamori del popolo. I bisogni e l’odiosità di esso popolo la richiamarono in vita, la discrezione dei Pretori la tollerò, ed il Codice di Giustiniano finalmente ne prescrisse i confini. Alle persone d’illustre grado non si concedette di ricevere più del quattro per cento; il sei per cento fu stabilito qual ordinaria e legale misura dell’interesse. Si permise l’otto, per la convenienza delle manifatture e de’ mercatanti, e si accordò il dodici per le assicurazioni marittime, le quali da’ più antichi savj non s’erano ardite definire; ma fuori che in questa rischiosa occasione, severamente si raffrenò la pratica dell’usura esorbitante2. Il clero dell’Oriente e dell’Occidente

    ed i più abili giureconsulti calcolano gli asses o centesimae usurae al dodici, e le unciariae ad uno per cento. Vedi Noodt, l. II c. 2 p. 207; Gravina Opp. p. 205, ec., 210; Eineccio, Antiquit. ad Institut. l. III tit. 15; Montesquieu, Esprit des Lois, l. XXII c. 22 t. 2 p. 36; t. 3 p. 478 ec. Défense de l’Esprit des Lois, e specialmente Gronovio, (de pecunia veteri, l. III c. 13 p. 213-227, e le sue tre Antexegeses, p. 455, 655), fondatore o campione di questa opinione probabile, che tuttavia non lascia di presentare qualche difficoltà.

  1. Primo 12 Tabulis sancitum est, ne quis unciario foenore amplius exerceret (Tacito, Annali, VI. 16). Pour peu, dice Montesquieu (Esprit des Lois, l. XXII c. 22), qu’on soit versé dans l’histoire de Rome, on verra qu’une pareille loi ne devait pas être l’ouvrage des Décemvirs. Dunque Tacito era ignorante o stupido? I più savj e virtuosi patrizj potevano sagrificare la loro avarizia alla loro ambizione, e tentare di annullare un costume vizioso, con fissare un interesse, al quale nessun mutuante avrebbe voluto esporsi o tali pene a cui niun debitore avrebbe voluto andar incontro.
  2. Giustiniano non si è degnato di parlare delle usure