Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/202

198 storia della decadenza

[A. D. 528-529] Se Giulio Cesare avesse eseguito la riforma della legge Romana, il creativo suo ingegno, illuminato dalla riflessione e dallo studio, avrebbe dato al mondo un puro ed originale sistema di Giurisprudenza. Ma che che l’adulazione abbia detto, l’Imperatore dell’Oriente temeva di stabilire qual misura dell’equità il suo giudizio privato: col potere legislativo in sua mano egli tolse a presto i soccorsi del tempo e dell’opinione; e le sue compilazioni laboriose hanno per sostegno i savj ed i Legislatori de’ tempi anteriori. In luogo di una statua gettata in una semplice forma dalla mano di un artefice valente, le opere di Giustiniano presentano un pavimento a mosaico, composto di frammenti antichi e costosi, ma troppo spesso senza coerenza tra loro. Nel primo anno del suo Regno, egli commise al fedel Triboniano, ed a nove altri dotti giuristi la cura di rivedere le ordinanze de’ suoi predecessori, come erano contenute, dal tempo di Adriano in poi, nei codici Gregoriano, Ermogeniano e Teodosiano; di purgarle dagli errori e dalle contraddizioni, di reciderne quanto ora andato in disuso o superfluo, e di scegliere le leggi savie e salutari più confacenti alla pratica de’ Tribunali ed all’uso de’ suoi sudditi. In quattordici mesi l’opera fu mandata ad effetto; ed è probabile che col comporre dodici libri o tavole di questa raccolta, i nuovi Decemviri intendessero d’imitare le fatiche dei Romani loro predecessori. Il nuovo

    denza del modesto Virgilio. Tuttavia lo stesso Fontenelle colloca il suo re al di sopra del divino Augusto; ed il saggio Boileau non ha arrossito di dire: „Le destin à ses yeux n’oserait balancer„. Con tutto ciò Augusto e Luigi XIV non erano al certo due sciocchi.