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dell'impero romano cap. xliv. 193

dici o di quattordici anni1. Questa opposizione di sentimenti si propagò negli scritti e nelle lezioni dei due fondatori; le scuole di Capitone e di Labeone durarono nell’inveterato conflitto dai tempi di Augusto sino a quelli di Adriano2; e le due Sette trassero il loro soprannome da Sabino o da Proculeio, i più celebri loro maestri. Si applicò parimente la denominazione di Cassiani e di Pegasiani ai membri delle stesse fazioni; ma per uno strano rovescio, la causa popolare cadde fra le mani di Pegaso3, timido schiavo di Domiziano; mentre il favorito dei Cesari era rappresentato da Cassio4, il quale si gloriava di aver per antenato quel Cassio che spense il Tiranno della sua patria. L’Editto Perpetuo terminò in gran parte le controversie delle due Sette. L’Imperatore Adriano

  1. I Proculeiani pure abbandonarono questa controversa, sentirono che strascinava seco indecenti ricerche, e furono sedotti dall’afforismo d’Ippocrate che era attaccato al numero settenario di due settimane d’anni, o di settecento settimane di giorni. (Instit. l. 1 tit. 22). Plutarco e gli Stoici (De placit. philosophor. l. V c. 24) danno una ragione più naturale. A quattordici anni περι ην ο σπερματικος κρινεται ορρος. Vedi i Vestigi delle Sette in Mascou, c. 9 p. 145-276.
  2. Mascou racconta la storia ed il fine di queste differenti Sette (c. 2-7 p. 24-120), e sarebbe quasi ridicolo di lodarlo della sua parzialità fra Sette totalmente estinte.
  3. Al primo avviso volò al consiglio, che si tenne sul rombo. Tuttavia Giovenale (Sat. IV, 75-81) chiama questo Prefetto o Podestà di Roma, sanctissimus legum interpres. L’antico Scoliaste dice, che era tanta la sua scienza, che veniva chiamato non un uomo, ma un libro. Egli aveva tolto il suo singolar nome di Pegaso, da una galera di questo nome che suo padre aveva comandato.
  4. Tacito, Annal. XVII, 7; Svetonio, in Nerone, c. 37.