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storia della decadenza |
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diante il loro grado essi avevano accesso alla mensa reale, ed i loro schiavi neri1 erano collocati nel vestibolo e nei portici per annunziare la morte del Tiranno, ed eccitare una sedizione nella Capitale. Ma l’indiscrezione di un complice salvò i miseri avanzi dei giorni di Giustiniano. Scoperti furono i cospiratori ed arrestati coi pugnali nascosti sotto le vesti. Marcello si uccise di propria mano, e Sergio fu tratto a forza dal Santuario2. Stimolato dal rimorso, ovvero adescato dalla speranza di salvarsi, egli accusò due ufficiali della casa di Belisario; e la tortura gli trasse a dichiarare che eransi condotti a norma delle segrete istruzioni del loro Signore3. La posterità non crederà facilmente che un Eroe, il quale, nel vigore degli anni, aveva disdegnato le più lusinghiere offerte dell’ambizione e della vendetta, abbia divisato l’assassinio del suo Principe, quando non poteva più sperare di sopravvivergli a lungo. I suoi seguaci si affrettarono a fuggire; ma, quanto a lui, gli sarebbe toccato di sostener la fuga colla ribellione, e vissuto egli era abbastanza per la natura e per la gloria. Belisario comparve innanzi al consiglio, meno in atto di
- ↑ Ινδους. Non si può ben credere che fossero veri Indiani; e gli Etiopi, alle volte conosciuti sotto quel nome, non vennero mai usati dagli antichi in qualità di guardie o seguaci: essi formavano il frivolo, benchè costoso oggetto del lusso femminile e regale (Terenzio, Eunuco, atto I, scena II. Svetonio, in August. c. 83, con una buona nota di Casaubono in Caligula, c. 57).
- ↑ Procopio fa menzione di Sergio (Vandal. l. II c. 21, 22. Aneddoti, c. 5) e di Marcello (Got. l. III c. 32). Vedi Teofane, p. 197, 201.
- ↑ Alemanno (p. 3) cita un antico codice Bizantino, che fu inserito nell’Imperium Orientale del Banduri.