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dell'impero romano cap. xliii. 119

dursi a volgere le armi una contro l’altra o contro il loro benefattore. Le stesse considerazioni avrebbero dovuto rattemperare l’ardore di Totila. Ma consapevole egli era, che il Clero ed il Popolo d’Italia agognavano ad una rivoluzione: egli si avvide od insospettì dei rapidi progressi che facea il tradimento, e stabilì di commettere il regno dei Goti alle venture di una giornata campale, in cui i prodi fossero animati dall’imminente pericolo, ed i mal affetti fossero rattenuti dalla reciproca loro ignoranza. Da Ravenna il Generale romano continuò la sua marcia, punì la guernigione di Rimini, traversò in linea retta i Colli di Urbino e riprese la via Flaminia, nove miglia di là dalla Rocca Forata, ostacolo dell’arte e della natura che poteva fermare o ritardare i suoi passi1. Adunati erano i Goti nelle vicinanze di Roma; senza frapporre dimora essi avanzarono all’incontro di un superiore nemico, e i due eserciti si accostarono fra loro alla distanza di cento stadi, fra Tagina2 ed i sepol-

  1. La via Flaminia, secondo le correzioni del Danville, fatte dietro gl’itinerari e le migliori carte moderne (Analyse de l’Italie, p. 147-162), può determinarsi nel modo che segue: da Roma a Narni, 51 miglia romani; a Terni, 57; a Spoleto, 75; a Foligno, 88; a Nocera, 103; a Cagli, 142; ad Intercisa, 157; a Fossombrone, 160; a Fano, 176; a Pesaro, 184; a Rimini, 208; circa 189 miglia inglesi. Egli non parla della morte di Totila; ma Vesselingio (Itinerar. p. 614) in luogo del campo di Tagina mette l’incognito nome di Ptanias in distanza di otto miglia da Nocera.
  2. Tagina, o veramente Tadina, vien ricordata da Plinio; ma la sede vescovile di questa oscura città, posta nella pianura distante un miglio da Gualdo, fu riunita nel 1007 a quella di Nocera. Si conservano i segni dell’antichità nei nomi dei luoghi, come Fossato (il campo), Capraja (Caprea),