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storia della decadenza |
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chità. Il Mondo era nello stupore pel fatal decreto che Roma dovesse esser cangiata in un pascolo per gli armenti. Le ferme e moderate rimostranze di Belisario sospesero l’esecuzione della sentenza; egli ammonì il Barbaro di non contaminar la sua fama col distruggere que’ monumenti, che formavano la gloria de’ trapassati e la delizia dei viventi; e Totila secondò l’avviso di un nemico col preservar Roma qual ornamento del suo Regno, od il miglior pegno di riconciliazione e di pace. Come egli ebbe significato agli Ambasciatori di Belisario il suo proponimento di risparmiar la città, egli collocò un esercito in distanza di cento e venti stadj, ad osservare le mosse del Generale romano. Col rimanente delle sue forze egli avviossi ver la Lucania e l’Apulia, ed occupò sulla vetta del monte Gargano1 uno dei campi di Annibale2. Trascinati furono i Senatori dietro il suo trono, indi confinati nelle fortezze della Campania: i cittadini, con le mogli ed i figli loro furono dispersi in esiglio; e per lo spazio di quaranta giorni Roma non offrì che l’aspetto di una solitudine desolata ed orrenda3.
- ↑ Il monte Gargano, ora monte S. Angelo, nel regno di Napoli, si prolunga trecento stadj nel mare adriatico (Strab. l. VI p. 436), e nei secoli tenebrosi fu illustrato dall’apparizione, dai miracoli e dalla chiesa di S. Michele Arcangelo. Orazio, nativo di Apulia o Lucania, avea veduto le querce e gli olmi del Gargano, sbattuti e muggenti per la forza del vento settentrionale che soffiava su quell’alta costa (Carm. II, 9. Epist. II, I, 201).
- ↑ Non posso determinare esattamente la posizione di questo campo di Annibale; ma gli alloggiamenti Punici stettero lungo tempo e spesso nelle vicinanze di Arpi (Tito Livio, XXII, 9, 12; XXIV, 3, ecc.).
- ↑ Totila..... Romani ingreditur..... ac evertit muros, do-