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dell'impero romano cap. xxxvii. | 69 |
[A. 612-712] I primi Missionari, che predicarono il Vangelo ai Barbari, si rimessero all’evidenza della ragione, ed implorarono il benefizio della tolleranza1. Ma appena ebbero stabilito il loro spiritual dominio, esortarono i Re Cristiani ad estirpare senza misericordia i residui della Romana o Barbarica superstizione. I successori di Clodoveo condannarono a cento colpi di verghe la gente di campagna, che ricusava di distruggere i propri idoli; il delitto di sacrificare a’ demoni era punito dalle Leggi Anglo-sassone con le più gravi pene della carcere e della confiscazione; e fino il saggio Alfredo adottò, come un indispensabil dovere, l’estremo rigore degli istituti Mosaici2. Ma la pena si abolì appoco appoco, insieme col delitto, nel Popolo cristiano: le dispute teologiche delle scuole si sospesero dalla favorevole ignoranza; e lo spirito intollerante, che non poteva più trovare nè idolatri nè eretici, si ridusse a perseguitare gli Ebrei. Quest’esule nazione aveva fondato alcune Sinagoghe nelle città della Gallia; ma la Spagna, fin dal tempo d’Adriano, era piena di numerose colonie3. Le ricchez-
- ↑ Quorum fidei et conversioni ita gratulatus esse rex perhibetur, ut nullum tamem cogeret ad Christianisimum.... Didicerat enim a doctoribus, auctoribusque suae salutis, servitium Christi voluntarium, non coactitium esse debere. Beda, Hist. Eccl. l. 1. c. 26. p. 62. Edit. Smith.
- ↑ Vedi gl’Istorici di Francia (Tom. IV. p. 114) e Wilkins (Leg. Anglo-Saxonic. p. 11, 31). Si quis sacrificium immolaverit praeter Deo soli, morte moriatur.
- ↑ Gli Ebrei pretendono, ch’essi fossero introdotti nella Spagna dalle flotte di Salomone, e dalle armi di Nabuccodonosor, che Adriano vi trasferisse quarantamila famiglie
zional conversione, che per altro fu ultimata prima che finisse il settimo secolo.