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storia della decadenza |
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loro la bocca, e vidi, ch’era stata loro interamente strappata la lingua dalle radici, operazione, che i Medici generalmente risguardano come mortale1„. Potrebbe confermarsi la testimonianza d’Enea di Gaza con la superflua autorità dell’Imperator Giustiniano in un Editto perpetuo; del Conte Marcellino nella sua Cronica de’ tempi; e del Pontefice Gregorio I, che aveva riseduto in Costantinopoli come ministro del Pontefice Romano2. Tutti questi vissero dentro il corso d’un secolo; o tutti adducono la lor personal cognizione del fatto, o la pubblica notorietà della verità d’un miracolo, che si ripetè in varie occasioni, si espose nel più gran teatro del Mondo, e fu sottoposto per una serie di anni al tranquillo esame dei sensi. Questo dono soprannaturale de’ Confessori Affricani, che parlavano senza lingua, otterrà l’assenso di quelli soltanto, che già credono, che il loro linguaggio fosse puro ed ortodosso. Ma l’ostinata mente d’un infedele si munisce d’un segreto incurabil so-
- ↑ Enea Gaz. in Theophrasto, in Biblioth. Patr. T. VIII. p. 664, 665. Egli era Cristiano, e compose questo dialogo, intitolato il Teofrasto, sull’Immortalità dell’anima, e la Risurrezione del corpo, oltre venticinque lettere, che tuttavia esistono. (Vedi Cave, Hist. Letter. p. 297, e Fabric., Bibl. Graec. Tom. I. p. 422).
- ↑ Giustiniano, Cod. Lib. I. Tit. XXVII. Marcellin., in Chron. p. 45. in Thesaur. Tempor. Scaliger. Procopio, de Bell. Vandal. L. 1. c. 7. p. 196. Gregorio M., Dial. 3, 32. Nessuno di questi ha specificato il numero de’ Confessori, che si determina a sessanta in un Menologio antico (ap. Ruinart p. 486). Due di loro perdettero la favella per causa di fornicazione, ma il miracolo si accresce per la singolare circostanza d’un fanciullo, che non aveva mai parlato prima che gli fosse tagliata la lingua.