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dell'impero romano cap. xli. | 469 |
d’Antonina medesima, fu arditamente consacrato all’amore ed al piacere.
Un Filosofo può compatire e perdonar le debolezze del sesso femminile, da cui egli non riceva alcuna reale ingiuria; ma è spregevole il marito, che sente e soffre la sua propria infamia in quella della sua moglie. Antonina perseguitò il proprio figlio con implacabile odio, ed il valoroso Fozio1 fu esposto alle segrete persecuzioni di essa nel campo di là dal Tigri. Irritato dalle proprie ingiurie, e dal disonor del suo sangue, si spogliò ancor esso de’ sentimenti naturali, e manifestò a Belisario la turpitudine d’una donna, che aveva violato tutti i doveri di madre e di moglie. Dalla sorpresa e dall’ira del General Romano apparisce, che la precedente sua credulità fosse sincera: egli abbracciò le ginocchia del figlio d’Antonina, lo scongiurò a rammentarsi le sue obbligazioni piuttosto che la sua nascita, ed essi confermarono avanti l’altare i loro santi voti di vendetta e di reciproca difesa. S’era diminuito il dominio d’Antonina dall’assenza; e quando essa incontrò il marito nel ritorno di lui da’ confini della Persia, Belisario nei primi e transitorj suoi moti confinò la persona, e minacciò la vita della medesima. Fozio fu più risoluto a punire, e meno pronto a perdonare. Volò ad Efeso, trasse a forza di bocca da un confidente eunuco di sua madre la piena confessione della colpa di essa; arrestò Teodosio, ed i suoi tesori nella Chiesa di S. Giovanni Apostolo, e nascose i prigionieri, de’ quali
- ↑ Teofane (Chronogr. p. 204) lo chiama Fotino, e genero di Belisario: ed è copiato dall’istoria Miscella, e da Anastasio.