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dell'impero romano cap. xli. 457

terra ed ucciso1 da un toro salvatico2, mentre andava a caccia nelle foreste Belgiche o Germaniche.

Tostochè Belisario trovossi libero da’ suoi esterni ed interni nemici, seriamente impiegò le proprie forze nel sottomettere intieramente l’Italia. Nell’assedio d’Osimo, il Generale mancò poco che non fosse trafitto da un dardo, se non si fosse riparato il mortal colpo da una delle sue guardie, che in questo pietoso ufizio perdè l’uso d’una mano. I Goti d’Osimo, in numero di quattromila guerrieri, con quelli di Fiesole e delle Alpi Cozie, furon fra gli ultimi che sostennero la loro indipendenza; e la valorosa resistenza che fecero, e che quasi stancò la pazienza del Conquistatore, meritò la stima di esso. La sua prudenza negò di conceder loro il salvo condotto, che dimandavano per unirsi a’ loro confratelli di Ravenna; ma per mezzo d’un’onorevol capitolazione salvarono almeno la metà de’ propri averi con la libera alternativa, o di ritirarsi pacificamente alle lor terre, o d’arruolarsi nella milizia dell’Imperatore

    durre o soggiogare i Gepidi, o i Lombardi della Pannonia, il Greco Istorico crede, che sarebbe stato necessariamente distrutto nella Tracia.

  1. Il Re diresse la sua lancia, il toro gli rovesciò un albero sul capo, ed ei spirò nel medesimo giorno. Tal’è il racconto d’Agatia: ma gl’Istorici originali di Francia (T. II p. 202, 403, 558, 667) attribuiscono la sua morte ad una febbre.
  2. Senza perdermi in un laberinto di specie e di nomi, come di aurochi, di uri, di bisoni, di bubali, di bonasi, di bufali ec. (Buffon Hist. nat. Tom. XI e Supplem. Tom. III VI); egli è certo, che nel sesto secolo si cacciava una grossa specie di bestiame a corna salvatico nelle gran foreste dei Vosgi in Lorena, e nelle Ardenne (Greg. Turon. Tom. II L. X c. 10 p. 369).