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storia della decadenza |
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di Belisario, e la rivolta degl’Italiani ebbero appena scosso la Monarchia Gotica, che Teodeberto d’Austrasia, il più potente e guerriero de’ Re Merovingici, fu persuaso a soccorrer le loro angustie, mediante un indiretto ed opportuno aiuto. Diecimila Borgognoni, recenti suoi sudditi, senz’aspettare il consenso del loro Sovrano, discesero dalle Alpi, e s’unirono alle truppe, che Vitige avea mandato a gastigar la rivolta di Milano. Dopo un ostinato assedio, la Capitale della Liguria fu costretta ad arrendersi per la fame; ma non potè ottenersi altra capitolazione, che per la salva ritirata della guarnigione Romana. Dazio, Vescovo Ortodosso, che aveva indotto i suoi compatriotti alla ribellione1, ed alla rovina, fuggì a godere il lusso e gli onori della Corte Bizantina2; ma il Clero, forse il Clero Arriano, fu trucidato a piè degli Altari dai difensori della Fede Cattolica. Si disse, che vi fossero uccisi trecentomila maschi3; le femmine e la preda più
- ↑ Il Baronio applaudisce al suo tradimento, e giustifica i Vescovi Cattolici, qui ne sub haeretico Principe degant, omnem lapidem movent: Cautela veramente utile! Il Muratori, più ragionevole (Annali d’Ital. Tom. V p. 54), accenna il delitto di spergiuro, e biasima almeno l’imprudenza di Dazio.
- ↑ S. Dazio fu più felice contro i diavoli, che contro i Barbari. Ei viaggiò con un numeroso seguito, ed occupò un’ampia casa in Corinto (Baronio An. 538 n. 89. An. 539 n. 20).
- ↑ Μοριαδες τριακοντα (trenta miriadi) Vedi Procopio (Goth. L. II c. 7, 21). Tal popolazione però è incredibile: e la seconda o terza Città d’Italia non dee lagnarsi, se noi solamente decimiamo il numero di questo testo. Tanto Milano quanto Genova risorsero in meno di trent’anni (Paolo Diacono De Gestis Longobard. L. II c. 38).