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zione fu nuovamente unita all’Imperio Romano1. La guarnigione Gotica di Palermo, che sola tentò di resistere, dopo un breve assedio fu ridotta ad arrendersi, mediante un singolare strattagemma. Belisario introdusse le sue navi nell’intimo recinto del porto; i loro battelli furono a forza di cavi e di carucole alzati fino alla cima de’ loro alberi, e furono empiti di arcieri, che da quel luogo dominavano le mura della Città. Dopo questa facile e fortunata campagna il Conquistatore entrò in Siracusa trionfante, alla testa delle vittoriose sue truppe, gettando al Popolo delle medaglie d’oro, nel giorno in cui gloriosamente finiva l’anno del suo Consolato. Ei passò la stagione invernale nel palazzo degli antichi Re in mezzo alle rovine d’una colonia Greca, che una volta estendevasi ad una circonferenza di ventidue miglia2; ma nella primavera, dopo la festa di Pasqua, fu interrotto il proseguimento de’ suoi disegni da una pericolosa sommossa delle truppe Affricane. Si salvò Cartagine per la presenza di Belisario, che immediatamente sbarcovvi con mille guardie; duemila soldati di dubbiosa fede tornarono alle bandiere dell’antico lor Comandante; ed ei fece senza esitare più di cinquanta miglia per cercare un nemico, che affettava di compas-

  1. Intorno alla conquista di Sicilia si confronti la narrazione di Procopio con le doglianze di Totila ( Gothic. l. I c. 5. l. III c. 16). La Regina de’ Goti aveva ultimamente sollevato quell’ingrata isola (Var. IX, 10, 11).
  2. Descrivesi l’antica grandezza e splendore de’ cinque quartieri di Siracusa da Cicerone (Act. II in verrem L. IV c. 52, 53), da Strabone (L. VI p. 415), e dal Dorville (Sicula Tom. II p. 174, 202). La nuova città, restaurata da Augusto, si ristrinse verso l’isola.