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strangolata nel bagno per ordine, o con la connivenza del nuovo Re, che in tal modo istruì i turbolenti suoi sudditi a spargere il sangue de’ loro Sovrani.

[A. 535] Giustiniano vedeva con piacere le dissensioni dei Goti, e la mediazione dell’alleato celava, e favoriva le ambiziose mire del conquistatore. I suoi Ambasciatori, nella pubblica loro udienza richiesero la Fortezza di Lilibeo, dieci Barbari fuggitivi, ed una giusta compensazione per il saccheggio d’una piccola Città sui confini dell’Illirico; ma segretamente trattarono con Teodato la resa della provincia di Toscana, e tentarono Amalasunta di trarsi fuori dal pericolo e dalla perplessità, mediante una libera restituzione del Regno d’Italia. La Regina prigioniera sottoscrisse con ripugnanza una lettera falsa e servile, ma i Senatori Romani, mandati a Costantinopoli, manifestarono la vera di lei situazione, e Giustiniano per mezzo d’un nuovo Ambasciatore, intercesse più efficacemente per la libertà, e per la vita di essa. Le segrete istruzioni però dell’istesso Ministro eran dirette a servire la crudel gelosia di Teodora, che temeva la presenza e le superiori attrattive d’una rivale: egli insinuò, con artificiosi ed ambigui cenni, l’esecuzione d’un delitto così vantaggioso a’ Romani1; ricevè la notizia della

    vaggiume. Plinio il Giovane (Epist. II, 96) celebra due selvose isole, che galleggiavano sulle acque. Se questa è una favola, quanto eran creduli gli Antichi! Se poi è un fatto vero, quanto son trascurati i Moderni! Pure dal tempo di Plinio in qua le isole possono essersi fissate per mezzo di nuove e successive aggregazioni.

  1. Procopio però (Anecdot. c. 16) abbatte la sua propria testimonianza, confessando che nella sua Storia pubblica non avea detto la verità. Vedi le lettere scritte dalla Re-