Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
410 | storia della decadenza |
sione degli Amali fu illustrata nell’undecima generazione dal gran Teodorico suo Padre, il merito del quale, avrebbe potuto nobilitare anche un’origin plebea. Il sesso della sua figlia l’escludeva dal Trono de’ Goti; ma la vigilante affezione, ch’egli aveva per la propria Famiglia, e per il suo Popolo, gli fece scuoprir l’ultimo erede della schiatta Reale, i cui Antenati si erano rifuggiti in Ispagna; ed il fortunato Eutarico fu tosto esaltato al grado di Console e di Principe. Ma egli non godè che per breve tempo il possesso d’Amalasunta, e la speranza della successione; ed essa, dopo la morte del marito e del Padre, fu lasciata custode del proprio figlio Atalarico e del Regno d’Italia. All’età di circa ventotto anni, le qualità della mente e della persona di lei erano giunte alla perfetta loro maturità. La sua bellezza, che secondo l’apprensione di Teodora medesima, le avrebbe potuto disputar la conquista d’un Imperatore, era animata da sentimento, attività e fermezza virile. L’educazione e l’esperienza ne avevan coltivato i talenti; i suoi studj filosofici erano immuni dalla vanità; e quantunque si esprimesse con ugual eleganza e facilità nella lingua Greca, nella Latina e nella Gotica, la figlia di Teodorico mantenne sempre ne’ suoi consigli un discreto ed impenetrabil silenzio. Mediante la fedele imitazione delle virtù del Padre, fece risorgere la prosperità del suo Regno; mentre con pia sollecitudine procurò d’espiarne gli errori e di cancellare l’oscura memoria della decadente sua età. Ai figli di Boezio, e di Simmaco fu restituita la paterna loro eredità;
Le nozze d’Eutarico e d’Amalasunta si celebrarono l’anno 515 (Cassiodoro in Chron. p. 453).