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assistenti; trecento novantasei ne furono assegnati al Prefetto medesimo, cinquanta per ciascheduno de’ suoi Vicari; e la rigorosa determinazione delle loro tasse e salari fu più atta a confermare il diritto, che ad impedir l’abuso di essi. Potevano questi Magistrati essere oppressivi, ma non eran oziosi: e si propagarono all’infinito le sottili questioni di Gius e di pubblica Economia sotto il nuovo Governo, che si proponeva di far risorgere la libertà e l’equità della Repubblica Romana. Il Conquistatore fu sollecito ad esigere un pronto e copioso sussidio dagli Affricani suoi sudditi, ed accordò loro il diritto di ripetere, anche nel terzo grado, e dalla linea collaterale, le case e le terre, delle quali erano state le loro Famiglie ingiustamente spogliate da’ Vandali. Dopo la partenza di Belisario, che agiva in forza d’un’alta e special commissione, non fu fatto alcun ordinario provvedimento per un Capitan Generale delle Truppe: ma fu affidato l’ufizio di Prefetto del Pretorio ad un soldato; la potestà civile e militare s’unirono, secondo l’uso di Giustiniano, nel principal Governatore; e quello, che rappresentava l’Imperatore in Affrica ugualmente che in Italia, fu ben presto distinto col nome d’Esarca1.

[A. 534] Era per altro imperfetta la conquista dell’Affrica, finattantochè il precedente di lei Sovrano non fosse, o vivo o morto, caduto in poter de’ Romani. Gelimero, dubbioso dell’evento, aveva segretamente ordinato che una parte del suo tesoro fosse trasportata in Ispagna dove sperava di trovare un sicuro asilo alla Corte del Re de’ Visigoti. Ma si renderono vani questi disegni

  1. Le leggi Affricane di Giustiniano sono illustrate dal suo Germano Biografo (Cod. Lib. I Tit. 27 Novell. 36, 37, 131 Vit. Justinian. p. 349-377).