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378 | storia della decadenza |
essi godevano un fresco ed elegante riposo; e dopo il quotidiano uso del bagno, i Barbari s’assidevano ad una mensa, profusamente imbandita con le delizie della terra e del mare. Le loro vesti di seta liberamente ondeggianti all’uso de’ Medi erano ricamate d’oro: l’amore e la caccia erano le occupazioni della loro vita, e nelle rimanenti ore si divertivano con pantomimi e corse di cocchi, con la musica e le danze del Teatro.
In una marcia di dieci o dodici giorni fu costantemente attenta e in azione la vigilanza di Belisario contro gl’incogniti suoi nemici, da’ quali poteva in ogni luogo e ad ogni ora esser improvvisamente attaccato. Giovanni l’Armeno, Ufiziale di confidenza e di merito, conduceva la vanguardia di trecento cavalli; seicento Massageti ad una certa distanza coprivano il lato sinistro e tutta la flotta navigando lungo la costa, rare volte perdeva di vista l’esercito che ogni giorno faceva circa dodici miglia, ed alloggiava la sera in forti campi, o in Città amiche. L’avvicinamento de’ Romani a Cartagine riempì l’animo di Gelimero d’ansietà e di terrore. Desiderava egli prudentemente di prolungare la guerra finattantochè il suo fratello tornasse con le veterane sue truppe dalla conquista di Sardegna; ed ebbe allora occasione di lamentarsi dell’inconsiderata politica de’ suoi Maggiori, che distruggendo le fortificazioni dell’Affrica non gli avevan lasciato che il pericoloso spediente di rischiare una battaglia nelle vicinanze della sua Capitale. I Conquistatori Vandali dal primitivo lor numero di cinquantamila, s’eran
zo de’ Giardini Reali d’Ispahan (Viag. d’Olear. p. 774.) Vedasi ne’ romanzi Greci il più perfetto modello di essi (Longus Pastoral. l. IV p. 99-101; Achilles Tatius l. I p. 22 ec. )