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dell'impero romano cap. xli. |
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d’un conquistatore a preferire i consigli di clemenza e di pace; ed il suo avvenimento al trono fu contrassegnato da un salutar editto, che restituì dugento Vescovi alle lor Chiese, e permise la libera professione del Simbolo Atanasiano1. Ma i Cattolici accettarono con fredda e passagiera gratitudine un favore tanto inferiore alle lor pretensioni, e le virtù d’Ilderico offesero i pregiudizi de’ suoi Nazionali. Il Clero Arriano cercò d’insinuare a’ Vandali ch’egli aveva rinunziato alla fede de’ suoi Maggiori, ed i soldati più altamente si dolsero, che avea degenerato dal coraggio di essi. Si sospettò ne’ suoi Ambasciatori una segreta e vergognosa negoziazione alla Corte Bizantina: ed il suo Generale, che si chiamava l’Achille2 de’ Vandali, perdè una battaglia contro i nudi e indisciplinati Mori. [A. 530-534] Gelimero, a cui l’età, l’origine e la fama militare dava un apparente diritto alla successione, esacerbò il mal contento: ei prese col consenso della Nazione le redini del Governo; ed il suo sfortunato Sovrano senza neppure un combattimento, precipitò dal trono in una prigione, dove fu rigorosamente guardato insieme con
- ↑ Vedi Ruinart Hist. Persecut. Vandal. c. XII p. 589. La sua miglior prova è tratta dalla vita di S. Fulgenzio composta da uno de’ suoi discepoli, trascritta in gran parte negli Annali del Baronio, e stampata in varie gran collezioni (Catalog. Bibliot. Bunaviaenae Tom. I Vol. II p. 1258).
- ↑ Per qual proprietà dello spirito o del corpo? Per la velocità, per la bellezza, o per il valore? In qual idioma i Vandali leggevan Omero? Parlava egli lingua Germanica? I Latini ne avevan quattro traduzioni (Fabricio Tom. I L. II c. 3 p. 297): pure malgrado le lodi di Seneca (Consol. c. 26) sembra, che fossero più felici nell’imitare, che nel tradurre i Poeti Greci. Ma il nome d’Achille poteva essere famoso e comune anche fra gl’ignoranti Barbari.