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dell'impero romano cap. xl. |
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che si trovano negli ultimi tempi de’ Fasti consolari. I Predecessori di Giustiniano avevano sostenuto col pubblico tesoro la dignità de’ candidati meno ricchi; ma l’avarizia di questo Principe antepose il meno dispendioso e più conveniente metodo dell’ammonizione e della regola1. Al numero di sette Processioni o spettacoli il suo Editto limitava le corse di cavalli e di cocchi, i divertimenti atletici, la musica ed i pantomimi del teatro, la caccia delle fiere; e piccole monete d’argento furono prudentemente sostituite alle medaglie d’oro che avevano sempr’eccitato il tumulto e l’ebrietà, quando venivano sparse a larga mano fra la plebe. Nonostanti queste precauzioni ed il suo proprio esempio, cessò finalmente la successione de’ Consoli nell’anno decimo terzo di Giustiniano, il carattere dispotico del quale probabilmente gradì la tacita estinzione di un titolo, che rammentava a’ Romani la antica lor libertà2. Pure tuttavia sussisteva il Consolato annuo nelle menti del Popolo; esso ansiosamente aspettava la pronta di lui restaurazione; applaudì alla graziosa condiscendenza de’ successivi Principi, da’ quali fu assunto nel primo anno del loro Regno; e passarono dopo la morte di Giustiniano tre secoli, prima che quell’antiquata dignità, ch’era stata
- ↑ Vedi i regolamenti di Giustiniano (novell. CV) con la data del 5 luglio a Costantinopoli, indrizzati a Strategico, Tesoriere dell’Impero.
- ↑ Procopio in Anecdot. c. 26 Aleman. pag. 106. Nel XVIII anno dopo il Consolato di Basilio, secondo il computo di Marcellino, di Vittore, di Mario ec. fu composta la Istoria segreta, ed agli occhi di Procopio il Consolato era già totalmente abolito.