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dell'impero romano cap. xl. | 337 |
Da quella Penisola fino a Trebisonda, erasi assicurata la curva orientale dell’Eussino per mezzo di Fortezze, di alleanze, o della Religione, ed il possesso di Lazica, ch’è il Colco dell’antica Geografia e la Mingrelia della moderna, divenne tosto l’oggetto d’una importante guerra. Trebisonda, in seguito sede d’un Impero romanzesco, dovè alla liberalità di Giustiniano una chiesa, un acquedotto, ed una Fortezza, di cui le fosse tagliate furono nella viva pietra. Da questa Città marittima può tirarsi fino alla Fortezza di Circesio, ultima stazione Romana sull’Eufrate1, una linea di confine di cinquecento miglia. Immediatamente sopra Trebisonda, per cinque giorni di cammino verso il mezzodì, è occupato il Paese da folti boschi e da monti scoscesi, tanto ispidi, quantunque non tanto alti, quanto le Alpi ed i Pirenei. In questo rigido clima2, dove
- ↑ Per la geografia e la struttura di questa frontiera dell’Armenia, vedi le Guerre Persiane, e gli Edifizi di Procopio (l. II c. 4, 7. l. III c. 2, 7).
- ↑ Questo Paese vien descritto da Tournefort (Voyage au Levant Tom. III Lettr. XVII, XVIII). Quell’abile Botanico ben presto scuoprì la pianta, che infetta il mele (Plin. XXI, 44, 45). Egli osserva, che i soldati di Lucullo con ragione restaron sorpresi al freddo, che vi trovarono, mentre anche nella pianura d’Erzerum alle volte cade la neve nel mese di giugno, e di rado termina la raccolta pri-
Questi Goti senz’ambizione avevan ricusato di seguitar le bandiere di Teodorico. Fino al secolo XV e XVI se ne può rintracciare il nome e la nazione fra Caffa, e lo Stretto di Azof (Danville Memoir. de l’Acad. Tom. XXX p. 240). Essi meritarono bene la curiosità del Busbechio (pag. 321, 326): ma sembra, che siano svaniti nelle relazioni più recenti delle missioni del Levante (Tom. I), e presso Tott, Peyssonel ec.